A quasi tutti è capitato di gettare nella spazzatura gli avanzi della cena del giorno prima (ancora del tutto commestibili) o di dover buttare degli alimenti finiti in fondo al frigorifero e dimenticati ben oltre la data di scadenza. E’ uno dei paradossi del nostro tempo in cui molti hanno tanto da sprecare e tanti hanno talmente poco da morire di fame.
La FAO (agenzia dell’Onu per l'alimentazione), tra le tante attività, monitora anche lo spreco alimentare: ogni anno nel mondo sono persi o vanno sprecati 1,6 miliardi di tonnellate di cibo, ovvero un terzo della quantità totale di cibo prodotto in tutto il pianeta, per un valore stimato di circa 1.200 miliardi di dollari. (Fonte: www.fao.org)
Per quanto riguarda l’Italia, la nuova indagine Waste Watcher stima uno spreco settimanale medio di 4,90 euro a famiglia che ci porta a un dato nazionale di 6,5 miliardi di euro all’anno considerando l’insieme delle famiglie italiane. (Fonte: Osservatorio Waste Watcher)
Per diversi fondamentali motivi:
Se diminuisse lo spreco si potrebbero soddisfare più bisogni alimentari anche in zone del mondo che consideriamo ricche.
Secondo Eurostat, infatti, 81 milioni di persone in Europa (il 17 % della popolazione) sono a rischio di povertà e 42 milioni vivono già al di sotto della soglia di povertà.
L’attuale produzione alimentare globale è sufficiente per nutrire 12 miliardi di persone, tuttavia il 40% dell’intera produzione va sprecata e ogni giorno 1 miliardo di persone soffre la fame. (Slow Food "Documento di posizione sulle perdite e gli sprechi alimentari")
Il cibo sprecato non solo diventa inutile ma è anche dannoso per l’ambiente. Insieme al cibo dobbiamo infatti considerare che vengono sprecati anche la terra, l’acqua, i fertilizzanti che sono stati necessari per prodotto.
Gli sprechi alimentari gravano sul clima, sulle risorse idriche, sul suolo e sulla biodiversità.
Gli sprechi alimentari equivalgono a rifiuti e ridurre i rifiuti vuol dire anche ridurre in maniera sensibile le emissioni di gas serra nell’atmosfera; ridurre lo spreco significa anche contribuire a salvaguardare la nostra Terra.
Si può combattere alla radice lo spreco alimentare restituendo il valore al cibo e acquisendo la consapevolezza, che spesso manca, di quanto ciascuno di noi realmente sprechi.
Per evitare di cucinare più di quello che il nostro fabbisogno calorico/energetico richiede, oppure, spinti da un notevole appetito che condizionerebbe enormemente la quantità delle porzioni, bisognerebbe ricorrere a uno strumento essenziale: la PIANIFICAZIONE dei pasti della settimana.
Pianificare in modo equilibrato e sensato i pasti che si vorrebbero consumare durante la settimana significa acquistare solo quello che serve e seguire un regime alimentare sano.
L’OMS ricorda che sono quasi 3 milioni le vite che si potrebbero salvare ogni anno nel mondo grazie a un consumo “sufficiente” di frutta e verdura fresca.
Ognuno di noi può fare qualcosa per contribuire a non sprecare, noi ci proviamo con planeat.eco. Col nostro progetto vogliamo mantenere alta l’attenzione sul tema e allo stesso tempo fare qualcosa di concreto, aiutando i Planeater a incidere realmente sul cambiamento.
Sul tema è intervenuto anche l'ONU che ha indetto - il 29/09/2020 - la prima Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi mentre, il 05 febbraio di ogni anno, si celebra la Giornata italiana di prevenzione dello Spreco alimentare.
Autore - redazione planeat.eco